Aprite i ghetti

Bandiera BelgioDimenticate gli appelli alla pace, le lacrime sulla fratellanza, le distinzioni cavillose ed ipocrite tra moderati e fanatici, tra buoni e cattivi. Non servono a nulla, e in queste pagine non le leggerete.

Al loro posto voglio invece ricordare una regola antica e semplice, che ogni buon governante ma anche ogni buon cittadino dovrebbe conoscere: “Se non vuoi illegalità nel luogo dove vivi, non concederle nascondigli”. L’illegalità, l’intolleranza, la violenza e l’assassinio godono invece da anni di confortevoli rifugi che abbiamo noi stessi costruiti con cura, permettendo che si creassero i ghetti, ovvero l’esatto contrario della sbandierata integrazione.

Ghetti come luoghi fisici, interi quartieri di città sparse in tutta Europa dove viene tollerato che per un numero sempre crescente di persone le leggi dello Stato rivestano un valore relativo, quando non insignificante; e ghetti mentali, i più infidi, perché ce li portiamo dentro, e non hanno vie d’uscita. Il ghetto mentale impone indulgenza, al massimo velata da un patetico biasimo generico, verso tutto ciò che mina alle fondamenta la società e la cultura in cui viviamo da millenni: vale a dire l’insofferenza verso le tradizioni religiose europee ma il preteso rispetto incondizionato verso quelle esterne; l’introduzione, più o meno nascosta, di costumi a noi totalmente estranei come la poligamia; l’esibizione dei simboli della sottomissione delle donne. Senza rendersi conto che in questo modo si fa credere che basti appartenere ad una determinata categoria per infischiarsene delle leggi, scritte e non. In questi spazi quasi impermeabili, fisici e non, hanno potuto irrobustirsi coloro che, fra i tanti, non sono arrivati in queste terre per cercare un futuro, ma per toglierlo a noi.

Adesso è il momento di piangere coloro che sono morti, di abbracciare idealmente una nazione ferita e calpestata. Poi però arriveranno anche i giorni in cui bisognerà fare delle scelte: in ballo bisogna ballare e in guerra combattere. Per non soccombere dovremo abbattere i ghetti mentali, esigendo ed imponendo il rispetto delle leggi e delle consuetudini di civile convivenza. Senza deroghe, senza pietismi. Solo allora si sgretoleranno anche i ghetti materiali; solo allora si potrà davvero parlare di integrazione, e di pace.

Patrizia Rossetti

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