Lettera inviata il 5 novembre al quotidiano “Il Giornale”
Nel suo ultimo libro, Bruno Vespa scrive che Vittorio Emanuele III non mosse un dito per contrastare Mussolini. Vespa è un ottimo giornalista, ma stavolta ha commesso un errore madornale!
Il Diario di Ciano è un documento storico di eccezionale importanza. Fu decisivo per la condanna a morte del ministro degli Esteri nazista Ribbentrop a Norimberga. Per gli Alleati, quindi, era oro colato.
Nel Diario ci sono pagine e pagine che raccontano di un duce furioso col Re, perché lo frenava. Il Re fece quello che gli fu possibile fare. Firmò molto a malincuore le leggi razziali approvate da Camera e Senato (Senato pieno di afascisti ed antifascisti come De Nicola, Einaudi, Benedetto Croce, etc.) e nel Diario son riportate le affermazioni filoebraiche che il Re fece proprio a Mussolini. Prova anche questa che il Sovrano non fu affatto antisemita.
Ed è anche questo che fece infuriare tantissimo il Mussolini.
Ricordiamoci che nel 1904 fu Re Vittorio Emanuele III ad inaugurare la Sinagoga ebraica di Roma. Quanti lo sanno? Temo pochi. Eppure, è un fatto rilevante.
Furono gli intellettuali italiani prima fascisti ed antisemiti dichiarati, e poi antifascisti alla caduta del regime, a non servire con onore l’Italia. Ed in grandissima parte, furono accolti dalla neonata repubblica e presero la tessera comunista o democristiana. Almeno uno di loro scrisse pure l’attuale Costituzione. Antifascista sulla carta, ma scritta anche da chi glorificava il duce e tutte le sue leggi.
Molto meglio la Monarchia. Molto meglio Vittorio Emanuele III!
Pietro Pisu – Cagliari