La ricetta dello storico Francesco Perfetti per la rinascita del pensiero di destra in Italia: spazzare via i luoghi comuni e la lettura falsata della Storia, recuperare il binomio “libertà-nazione”.

Macerie sparse di quello che un tempo fu un grande e fastoso palazzo; ruderi smozzicati tra cui si aggirano disorientati e sparuti superstiti. E purtroppo anche qualche sciacallo. Una similitudine alquanto cruda e brutale, certo. Ma efficace per delineare lo stato attuale della destra italiana e del suo pensiero, più in crisi oggi rispetto persino agli anni in cui il marxismo dilagava trionfale in quasi tutto il mondo. ONN ha avviato un dibattito sui possibili percorsi di rinascita della destra italiana, ospitando le tesi di alcuni fra i più eminenti storici e filosofi italiani. In questo numero la parola passa a Francesco Perfetti, professore ordinario di Storia Contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, e direttore dell’autorevole rivista “Nuova Storia Contemporanea”.

Per rifondare il pensiero liberale e di destra occorre prima di tutto che la destra stessa superi il suo ormai più che cinquantennale “complesso di inferiorità” nei confronti degli avversari. Da dove ripartire?

Sono convinto che il “complesso di inferiorità” della destra sia, soprattutto, di natura culturale dovuto al fatto che cosiddetta “cultura progressista” è diventata egemone dopo la conclusione della seconda guerra mondiale e il mutamento istituzionale verificatosi in Italia con la nascita della Repubblica. Si ha davvero l’impressione che il dichiararsi di destra equivalga a scegliere una posizione eretica contraria al “senso della storia”. E’ un sentimento che si ricollega al fallimento storico del fascismo che, a suo tempo, si impadronì di ideali propri della tradizione di destra e li trascinò con sé nella catastrofe. Ma il fascismo, per la verità, aveva ben poco a vedere con la destra… (…)

a cura di Patrizia Rossetti

continua nel numero di ONN attualmente in distribuzione