STATO DI DIRITTO CERCASI

vittorioemanueleAssolto, ma responsabile. Innocente per la giustizia, ma colpevole per l’opinione pubblica. Il tutto perché lui, comunque, era presente al momento del delitto, e soprattutto a motivo del suo cognome. L’ultima sentenza sul tragico caso della morte del giovane tedesco Dirk Hamer è stata emessa dalla Cassazione pochi giorni fa, e stabilisce, in parole semplici, che considerare Vittorio Emanuele responsabile dell’uccisione del ragazzo non è diffamatorio, anche se il principe è stato completamente assolto nel 1991: e questo perché, scrivono gli “ermellini”, il diritto di Vittorio Emanuele all’oblìo sulla vicenda e ad essere considerato innocente “si deve confrontare con quello della collettività ad essere informata ed aggiornata sui fatti da cui dipende la formazione dei propri convincimenti, anche quando ne derivi discredito alla persona titolare di quel diritto, sicché non può dolersi Savoia della riesumazione di un fatto certamente idoneo alla formazione della pubblica opinione”, tanto più che Vittorio Emanuele “è figlio dell’ultimo re d’Italia e, secondo il suo dire, erede al trono”.

La sentenza prende le mosse da un articolo apparso su Repubblica nel 2007, nel quale il principe veniva definito come “quello che usò con disinvoltura il fucile all’isola di Cavallo, uccidendo un uomo”; una frase per la quale Vittorio Emanuele sporse querela per diffamazione. Inutilmente: ora la Cassazione ha sentenziato che del figlio di Umberto II si può dire e scrivere anche qualcosa di contrario alla realtà dei fatti (la piena assoluzione da parte di una corte di giustizia, seppur francese) perché, comunque siano andate le cose, sarebbe “formativo” per l’opinione pubblica crearsi in base a ciò un’opinione negativa della persona in questione, in quanto figlio di un Re e pretendente al trono.

Una sentenza di fronte alla quale chiunque non può fare a meno di porsi qualche domanda: dove sta, in tutto questo, l’uguaglianza del cittadino di fronte alla legge? Dov’è il diritto alla dignità personale, riconosciuta anche ad un condannato? E soprattutto: dov’è finito lo stato di diritto? Domande che per ora cadono nel vuoto. Una sola al momento ha trovato risposta: Vittorio Emanuele di Savoia è un cittadino come gli altri? La risposta è “no”: unico fra tutti, il figlio dell’ultimo Re d’Italia merita un trattamento “speciale”. Negativo, ma comunque differente da quello riservato a qualunque altro cittadino. La diversità di status, negata in via di principio, viene riaffermata per via di sentenza. Nero su bianco, e per sempre.

Patrizia Rossetti

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One Response to STATO DI DIRITTO CERCASI

  1. PIETRO says:

    Cara Direttrice,le Sue affermazioni sono sacrosante! Mi chiedo:perché non viene usato lo stesso metro anche contro quei 757 personaggi che nel 1971 sottoscrissero l’ignobile manifesto contro il Commissario Luigi Calabresi,nonostante fosse stata riconosciuta la di lui innocenza da parte della Magistratura. Quel manifesto contribuì al suo assassinio nel maggio 1972. La quasi totalità degli Italiani neanche conosce i nomi di questi “democratici”,che hanno perciò ottenuto il “diritto all’oblio” rifiutato al Principe. Doppiopesismo?
    Direi proprio di si! Che marciume repubblicano…
    Pietro Pisu*Cagliari.

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